Senza favole
Daniela, volontaria ABIO, si trova a raccontare la favola della buonanotte a un bimbo ricoverato come se fosse la sua mamma.
Ecco alcune delle storie che hanno segnato il nostro percorso e i nostri progetti.
Il nostro ringraziamento va a chi le ha volute raccontare. E a voi, che con il vostro supporto avete permesso di dare una risposta concreta ai bisogni che emergono da queste storie.
Daniela, volontaria ABIO, si trova a raccontare la favola della buonanotte a un bimbo ricoverato come se fosse la sua mamma.
Matteo è ancora in ospedale, ma ABIO continua a stargli accanto, con giochi, parole magiche e fantasia.
Per Martina i mesi passati in ospedale sono fatti di noia, di paura e di solitudine. Ma si colorano, grazie ai volontari dell’ABIO.
Sono uno degli occhi di DREAM: seguo le persone malate, infettate dall’HIV, e per questo discriminate e emarginate nel nostro paese.
All’epoca vendevo gamberi, e quando il mio capo scoprì che ero sieropositiva fui subito licenziata. Oggi ho quattro figli sani.
Non ho più un marito e non ho più una casa. Però ho tre figlie, e grazie al programma DREAM la piccola, sieropositiva, sta crescendo bene.
Aderito sta lottando contro la malattia: prende le medicine, va a scuola ed è molto intelligente. È lui che ricorda a noi di prendere i farmaci.
Ho scoperto di essere sieropositiva durante la mia prima gravidanza. Quel figlio l’ho perso, ma oggi ho due gemelline.
Quando la mamma di Yara è morta lei aveva solo un mese. Allora io mi sono presa cura di lei perché mio figlio, suo padre, era in Sud Africa.
Tutto è cominciato con delle macchie nere sul corpo. Sono andata dal dermatologo e ho scoperto due cose che hanno cambiato la mia vita: ero incinta ed ero sieropositiva.