COVID-19: gli eroi silenziosi

Nel 2014 Trenta Ore per la Vita ha sostenuto il “Centro Diurno Teen” dell’Associazione CAF Onlus (Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla Famiglia in crisi), una struttura di accoglienza diurna per minori/adolescenti maltrattati, con problematiche relative alla gestione educativa e alla conflittualità intra-familiare.

In questi giorni di quarantena a causa del COVID-19,  abbiamo bussato alle porte dell’associazione CAF Onlus per sapere come, educatori e adolescenti vivono questo momento. 

Infatti , per l’associazione CAF di Milano sono giorni difficili, le misure restrittive messe in atto dal governo,  a causa della pandemia di COVID-19, si sono tradotte nella  chiusura totale al mondo esterno delle strutture di accoglienza, l’interruzione delle visite protette dei bambini e dei ragazzi con i loro genitori o familiari, la sospensione delle terapie individuali vis a vis e uno stop temporaneo all’erogazione di importanti servizi di prevenzione e sostegno domiciliare come il “Servizio Diventare Genitori” e di quelli territoriali come il “Girotondo delle Mamme”.

Tuttavia, nonostante l’isolamento,  la vita nelle strutture di accoglienza va avanti e con grande orgoglio il CAF condivide con noi il racconto di una delle operatrici che in questi giorni è in prima linea per fornire cura h24 ai minori accolti all’interno delle Comunità Residenziali. 

Anche questi educatori sono EROI e insieme al CAF vogliamo farveli conoscere un po’ più da vicino, grazie alla testimonianza di Francesca. 

“Sono Francesca, pugliese di nascita e milanese di adozione, appartengo a quella categoria di persone silenziose che in queste settimane difficili continuano a lavorare nonostante tutto. Il mio lavoro mi nobilita perché io, e migliaia di educatori come me, ci occupiamo di chi non ha una famiglia. Faccio l’educatrice in una bellissima Comunità rivolta a minori vittime di maltrattamenti e abusi, una delle Comunità Residenziali 3-12 gestita dall’Associazione CAF.  Questa quarantena ha dato una nuova vita a noi educatori, ma anche ai minori di cui ci occupiamo. In queste settimane in Comunità le ore trascorrono ancora più lente: il risveglio, prima frenetico e caotico perché dettato dai tempi della campanella scolastica, adesso è fluido e morbido. Nessuna sveglia che suona, nessun tempo forzatamente scandito. Gli unici appuntamenti fissi della giornata sono legati ai pasti, allo svolgimento dei compiti scolastici.Nonostante le giornate si assomiglino tutte, come tante diapositive in bianco e nero, noi educatori siamo sempre lì a mostrare ai bambini quanto, nonostante tutto, la vita sia bella e offra sempre occasioni per imparare del nuovo pur restando in casa. Dal 23 febbraio, quindi, in Comunità abbiamo una nuova routine, una nuova vita.  In un certo senso, siamo rinati sotto nuove vesti: siamo sì educatori, ma ci siamo scoperti anche animatori, inventori di giochi, improvvisatori teatrali, esperti di informatica e videochat, preparatori atletici, insegnanti di ballo, esperti di falegnameria e molto altro. Poco prima di recarmi a casa, ogni giorno, mi chiedo se sono riuscita a fare tutto quello che potevo per “normalizzare” queste giornate di quarantena, e se i bambini si siano abbastanza sfogati e riescano a riposare sereni. Perché si sa, qui in Comunità la notte è il momento in cui tutti i brutti ricordi riempiono le stanzette e a noi educatori si sgonfia il cuore solo quando l’ultimo bambino si è addormentato”. 

#AssociazioneCAFnonsipuofermare #iorestoincomunita 

Il covid-19 colpisce le persone più fragili

 

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