Curare è prendersi cura, la lezione di Franco Mandelli

mandelli

Una vita spesa al servizio dei suoi malati: è questo il racconto del libro di Franco Mandelli, presidente dell’Ail, “Curare è prendersi cura” (Sperling & Kupfer, 2014, 16 euro – l’autore devolverà i proventi della vendita all’AIL). Un racconto fatto di scienza e studi, ma soprattutto di tanta umanità: Mandelli nel raccontare la parabola della sua straordinaria avventura non perde mai occasione per ringraziare e ricordare l’aiuto delle persone che lo hanno affiancato e supportato, a partire dai volontari AIL, a cui il volume è dedicato.

Nel volume l’esperienza umana e di medico viene raccontata attraverso i diversi progetti nei quali il Professore si è impegnato: dalla nascita dell’AIL alla lotta al fumo, ai primi esperimenti di assistenza a casa dei malati. Argomento al quale Mandelli è particolarmente legato: «Prima o poi arriva il momento in cui il paziente ci chiederà di poter lasciare l’ospedale, di rientrare nella propria casa, in famiglia. Perché nessun ospedale, nemmeno il più efficiente e moderno, sarà mai una casa».

Uno dei capitoli più toccanti è dedicato al tema del dolore. Si possono qui trovare considerazioni preziose, e non manca un rimprovero ai colleghi medici, troppo spesso arroccati nella convinzione che “il paziente si lamenta”. Mandelli ribadisce con forza la necessità di credere a quanto riferisce il paziente e il diritto di quest’ultimo a non soffrire: «Mai avere l’arroganza di non considerare le sofferenze dei pazienti che si rivolgono a noi per essere aiutati – ammonisce il professore – Ognuno merita empatia e attenzione partendo da un assunto molto semplice eppure ancora molto lontano dall’essere metabolizzato: la malattia è il dolore».

Non mancano i riferimenti all’attualità, con una forte invettiva contro le cure “miracolose” che troppo spesso sfruttano la disperazione dei malati e delle loro famiglie creando false aspettative non supportati da evidenze scientifiche; e molte osservazioni sulla spending review sanitaria, opponendo alla politica dei “tagli lineari” diversi interventi di risparmio mirati.

Il libro si conclude con diversi preziosi consigli ai giovani che si avviano alle professioni sanitarie. E un invito a non perdere mai la propria umanità, alla base del lavoro del medico, degli infermieri e dei ricercatori: «I medici devono amare i propri pazienti, già all’inizio dei loro studi, e capire che stima reciproca ed empatia sono ingredienti essenziali della professione».

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